La DIETA MEDITERRANEA è un modello alimentare che si ispira alle tradizioni culinarie dei paesi del bacino mediterraneo come Italia, Francia, Spagna, Grecia e Marocco, definita dall'UNESCO: patrimonio culturale immateriale dell'umanità.
Il primo scienziato a studiarne i benefici fu il medico Ancel Keys (1904-2004) biologo e fisiologo statunitense della Scuola dell'Università del Minnesota, che recatosi in Italia negli anni ’50 si accorse di un fatto che, al tempo, appariva singolare: le persone meno abbienti dei piccoli Paesi del Sud Italia, che si nutrivano prevalentemente di pane, cipolla e pomodoro, erano molto più sane sia dei cittadini di New York, sia dei loro stessi parenti emigrati negli anni precedenti negli Stati Uniti.
Dimostrò poi il valore nutrizionale della dieta mediterranea con il noto "studio dei sette Paesi" reclutando persone di diverse nazionalità. Il risultato finale indicò infatti che il regime alimentare migliore era proprio quello degli abitanti di Nicotera, in Calabria, che adottavano uno stile alimentare "mediterraneo" con un tasso molto basso di colesterolo nel sangue e una percentuale minima di malattie coronariche. La loro dieta era però molto diversa dall’attuale alimentazione media italiana, spesso prevalentemente costituita da cibi elaborati, industriali, ricchi in grassi saturi (di origine animale e vegetale) e zuccheri semplici, ma era costituita prevalentemente da:
· Olio d'oliva,
· Pane fatto in casa prevalentemente integrale,
· Aglio,
· Cipolla rossa,
· Pesce
· Erbe aromatiche,
· Verdura e frutta
· Poca carne
Numerosi progetti internazionali tutt’oggi sono coinvolti nello studio della dieta Mediterranea per dimostrarne l’efficacia nella prevenzione di patologie cardio-cerebro-vascolari (ictus, infarto, diabete, ipertensione, etc). Queste patologie cronico-degenerative del processo di invecchiamento è oramai noto sono contrastabili da un corretto ‘life style’ (stile di vita) che comprende una sana e moderata alimentazione e movimento moderato quotidiano.
Gli alimenti, ricordiamo, non sono semplici fonti di ‘calorie’ ma veicoli di preziosi messaggi molecolari che possiamo imparare a sfruttare a nostro favore.
Tra i progetti più famosi che hanno studiato e spesso continuano a ricercare le motivazioni dei benefici riscontrati nella dieta Mediterranea troviamo inoltre:
1) IL PROGETTO SUN (Seguimiento Universidad de Navarra), dell’Università di Navarra in Spagna, che ha focalizzato l’effetto della Dieta su ipertensione, sul diabete, sull’obesità, sulla malattia coronarica e su altre patologie. E’ uno studio ancora aperto, ma il reclutamento è iniziato nel 1999 ed ha raggiunto i 17500 soggetti circa.
I risultati disponibili fino ad ora rilevano che:
· in particolare per gli uomini, dopo 28,5 mesi di una dieta Mediterranea ricca di olio d'oliva si associa a un ridotto rischio d’ipertensione;
· dati relativi su circa 14000 soggetti hanno anche evidenziato che chi aderisce a una stretta dieta Mediterranea presenta un rischio inferiore di sviluppare il diabete;
· in più di 13600 soggetti è stata rilevata una minore probabilità di sviluppare eventi cardiovascolari per coloro che seguono una dieta di tipo mediterraneo;
· l’assunzione di determinate vitamine, presenti in quantità consistenti nella dieta Mediterranea, è inversamente associata alla depressione.
2) Lo studio ATTICA dell’Università di Atene che è stato condotto negli anni 2001-2002, e vi hanno partecipato 3024 soggetti di età compresa fra 20 e 89 anni, per la maggior parte uomini della regione di Attica in Grecia. Lo studio ATTICA ha dimostrato che una maggiore aderenza alla dieta Mediterranea riduce il rischio per lo sviluppo della disfunzione sistolica ventricolare sinistra nei pazienti affetti da sindrome coronarica acuta.
L’esatto meccanismo con cui questo tipo di dieta riduce il rischio di malattia cardiovascolare non è pienamente compreso, ma anche alla luce dello studio ATTICA si ipotizza che lo stile di vita mediterraneo contribuisca a una normalizzazione dei livelli plasmatici di colesterolo totale e del colesterolo delle lipoproteine a bassa densità (LDL).
La Dieta Mediterranea contribuirebbe inoltre anche al controllo di altri fattori di rischio cardiovascolare come:
· Insulino - resistenza
· Disfunzione endoteliale
· Aggregazione piastrinica
· Stress ossidativo
· Infiammazione cronica
Proprietà anti-ossidative e la capacità di ridurre i livelli di LDL si riscontrano anche nell’acido oleico, nei composti fenolici, nella vitamina E presenti nell’olio d’oliva, mentre gli acidi grassi polinsaturi e gli acidi omega-3 dimostrano una capacità di ridurre i trigliceridi plasmatici e di ridurre il rischio e la mortalità cardiovascolare tramite un’azione antiaritmica.
3) Lo studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), che significa “Investigazione prospettica europea sul cancro e la nutrizione” è il più vasto studio di popolazione condotto sui rapporti tra dieta e salute. Tenta di chiarire i rapporti tra dieta, fattori ambientali, stile di vita e incidenza di cancro e di altre malattie croniche. Gli autori dello studio hanno esaminato la relazione tra grado di aderenza alla dieta e incidenza di cancro un campione di 25623 soggetti. Gli autori hanno potuto riscontrare che un più alto grado di aderenza alla dieta mediterranea si associa a una minore incidenza del cancro globale.
Negli studi condotti, il concetto di dieta mediterranea venne infine tradotto concretamente in una dieta alimentare caratterizzata da un:
a) ELEVATO consumo di verdura, legumi, frutta e frutta a guscio, olio d’oliva e cereali (che nel passato erano prevalentemente integrali);
b) MODERATO consumo di pesce e prodotti caseari (specialmente formaggio e yogurt) e vino;
c) BASSO consumo di carne rossa, carne bianca e acidi grassi saturi.
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