La Sindrome metabolica è una condizione clinica meritevole di particolari attenzioni per via della sua gravità e diffusione.
Con questo termine non si indica una singola patologia ma un insieme di fattori predisponenti che, uniti insieme, collocano il soggetto in una FASCIA DI RISCHIO ELEVATA per malattie come:

DIABETE DI TIPO II (insufficienza renale, retinopatia diabetica)         

PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI (ictus ed infarti )

STEATOSI EPATICA

Tale rischio è da 2 a 4 volte superiore rispetto alle persone che non presentano sindrome metabolica..

Devono essere presenti contemporaneamente ALMENO TRE dei seguenti fattori di rischio (linee guida ATP III) :

Pressione arteriosa superiore a 130/85 mmHg
 
Trigliceridi ematici superiori o uguali a 150 mg/dl
 
Glicemia a digiuno superiore o uguale a 110 mg/dl 
 
Colesterolo HDL inferiore a 40 mg/dl nell'uomo o a 50 mg/dl nelle donne
 
Circonferenza addominale superiore a 102 centimetri per gli uomini  o a 88 centimetri per le donne
 

In base a tali parametri di riferimento, un soggetto affetto da sindrome metabolica potrebbe avere i precedenti SINGOLI valori perfettamente nella norma!

Ricordiamo infatti che:

- per poter parlare di IPERTENSIONE la pressione deve superare costantemente i 140/90 mmHg;

- nell'IPERTRIGLICERIDEMIA i trigliceridi ematici superano il valore limite di 200 mg/dl

- si può parlare di DIABETE se a digiuno la glicemia supera i 126 mmHg;

- un VALORE DI COLESTEROLO HDL inferiore a 40 mg/dl o a 50 mg/dl (femmine) non è sufficiente, da solo, per collocare il paziente in una fascia di un elevato rischio cardiovascolare;

- se la CIRCONFERENZA ADDOMINALE supera i 102 (maschile) o gli 88 centimetri (femmine) il soggetto è effettivamente in sovrappeso e la sua massa adiposa è concentrata soprattutto nella zona addominale (obesità androide)


LA SINDROME METABOLICA INTERESSA QUASI LA META' DEGLI ADULTI AL DI SOPRA DEI 50-60 ANNI 

Un'incidenza, questa, già di per sé allarmante, ma che verosimilmente crescerà nei prossimi anni sulla scia del dilagare dell'obesità infantile.

Il fattore di rischio più importante è infatti IL SOVRAPPESO: tanto più questo è accentuato e tanto maggiori sono le probabilità di essere colpiti dalla sindrome metabolica.

Un ECCESSO di GRASSO CORPOREO, soprattutto se concentrato nella regione addominale, porta ad uno SQUILIBRIO DEL METABOLISMO dei GRASSI e degli ZUCCHERI che ha come risultato finale:

la IPER-INSULINEMIA (un elevato livello di insulina nel sangue, indice di un'aumentata RESISTENZA a questo ormone detta INSULINO RESISTENZA).

Quando si instaura una condizione di INSULINO RESISTENZA, le cellule richiedono una quantità di insulina superiore alla norma, al fine di assorbire il glucosio ematico e mantenere nella norma i livelli glicemici. In simili condizioni, le cellule beta del pancreas, deputate alla produzione di insulina, vanno incontro ad un lento processo degenerativo causato dal troppo lavoro.

Si pongono così le basi per il DIABETE di tipo II, con tutte le conseguenze negative del caso.

Il rischio di sviluppare la sindrome metabolica aumenta con l'età ed è quasi sempre una diretta conseguenza di STILI DI VITA ERRATI:

RIDOTTA ATTIVITA' FISICA E MAGGIOR SEDENTARIETA',

ALIMENTAZIONE SCORRETTA,

ABUSO DI ALCOL E DROGHE

Dato che oggi anche molti bambini e ragazzi fanno i conti con i chili di troppo, l'incidenza della sindrome metabolica è in aumento anche tra giovani adulti ed adolescenti.

PREVENIRE LA SINDROME METABOLICA 

La maggior parte delle persone affette da sindrome metabolica SI SENTE BENE e frequentemente non presenta sintomi particolari che possano indurla a temere un RISCHIO CARDIOVASCOLARE comunque presente se non si correggono le abitudini errate.

BENEFICI DELL'ESERCIZIO FISICO applicato alla cura della sindrome metabolica:

aumenta la sensibilità all'insulina

previene le malattie cardiovascolari

induce un profilo lipidico meno aterogeno

riduce i livelli di trigliceridi VLDL;

aumenta il colesterolo "buono" HDL;

riduce il colesterolo "cattivo" LDL;

riduce i livelli di pressione arteriosa in modo rilevante nei pazienti con iperinsulinemia;

favorisce la perdita di peso

aiuta a prevenire il diabete di tipo II migliorando la sensibilità all'insulina e il controllo glicemico